Prestito ad amici e parenti, quanti soldi puoi dare senza che il Fisco faccia problemi: la cifra limite

Prestare soldi

C’è una cifra limite da tenere a mente quando si prestano soldi ad amici e parenti: oltre inizierai ad avere problemi con il Fisco. 

Prestare denaro a parenti e amici è una pratica comune, ma spesso sorgono dubbi sulle regole da rispettare per evitare problemi con il Fisco.

Non esiste un limite massimo imposto dalla legge alla cifra che si può prestare, ma è fondamentale conoscere le condizioni e le modalità corrette per non incorrere in sanzioni o contestazioni fiscali.

Prestito tra privati: regole e precauzioni per evitare problemi fiscali

Secondo l’articolo 1813 del codice civile, il prestito tra privati è un contratto regolato dalla normativa italiana e può essere effettuato liberamente da chiunque. Non vi è dunque un tetto massimo alla somma che si può prestare a un amico o a un familiare, sia essa di 500 euro o di 500.000 euro. Tuttavia, per importi superiori a 5.000 euro è obbligatorio utilizzare strumenti tracciabili, come bonifici bancari o assegni, per garantire la trasparenza dell’operazione. Un elemento cruciale è che il prestito deve essere occasionale. Se un soggetto presta denaro in modo abituale a più persone, si configura l’attività finanziaria abusiva, che rappresenta un reato secondo la normativa vigente.

Questo aspetto è importante per evitare accuse di esercizio non autorizzato di attività finanziarie. Quando il prestito è fruttifero, cioè prevede la corresponsione di interessi, è necessario che tali interessi non superino il tasso di usura stabilito annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Inoltre, chi presta deve dichiarare gli interessi percepiti nella dichiarazione dei redditi, poiché fanno parte del reddito imponibile. Sebbene non vi sia un limite legale all’importo, è fondamentale redigere un accordo scritto che formalizzi il prestito, specificando l’importo, se è fruttifero o infruttifero (senza interessi), e le modalità di restituzione.

Questo documento non solo tutela il prestatore in caso di mancato rimborso, ma è anche una prova importante in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Un accordo scritto con data certa è utile anche per evitare che, in caso di decesso del beneficiario, gli eredi possano sostenere che si trattasse di una donazione e non di un prestito. Inoltre, senza una prova documentale, il Fisco potrebbe interpretare la somma ricevuta come un reddito non dichiarato e richiedere il pagamento delle relative imposte. Anche per chi presta denaro è importante avere un documento che giustifichi la provenienza della somma erogata e la sua finalità. In assenza di tale documentazione, l’amministrazione fiscale potrebbe contestare l’operazione, sospettando redditi occultati o movimentazioni finanziarie non giustificate.

Soldi euro contanti
Oltre queste cifre arrivano i controlli del Fisco: quanto puoi prestare ad amici e parenti – Memagazine.it

Per formalizzare un prestito non è necessario un contratto notarile: può bastare una semplice scrittura privata che riporti i dati anagrafici di entrambe le parti, l’importo del prestito, la natura fruttifera o infruttifera e le modalità di restituzione concordate. È importante che il documento sia datato e firmato da entrambe le parti. Tuttavia, la firma da sola non garantisce la data certa, ovvero la prova che il documento sia stato sottoscritto prima di eventuali accertamenti fiscali. Per ottenere una data certa, è consigliabile inviare il documento tramite raccomandata senza busta a una delle parti, così da far apporre il timbro postale con la data sul documento stesso.

In alternativa, è possibile allegare la scrittura privata a una posta elettronica certificata (PEC), che fornisce anch’essa validità legale e data certa. Mantenere una documentazione chiara e completa non solo tutela chi presta e chi riceve il denaro, ma consente di evitare complicazioni con il Fisco, soprattutto in un contesto in cui l’amministrazione tributaria è sempre più attenta a monitorare i flussi finanziari personali per contrastare l’evasione fiscale e le operazioni sospette.